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Convegno mariano 2018 "Come aveva promesso"

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sabato 24 novembre 2018 
Borgonuovo BO
"Come aveva promesso" 
(Lc 1,55)



La preghiera ci ha introdotti al tema di questa giornata che – ricordiamo – vuole offrire un approfondimento della figura di Maria in chiave biblico-teologica. Ma non solo questo. Volgiamo lo sguardo su Maria per poi volgerlo – insieme a lei – al mondo, in quanto riconosciamo che la sua esperienza è significativa e paradigmatica per l’uomo di oggi e di ogni tempo… per ciascuno di noi. Maria nella sua vicenda umana e spirituale ha qualcosa da dire anche a noi che siamo qui, oggi…. Le sue parole, come avremo modo di ascoltare, si fanno eco di annunci e di promesse che attraversano i secoli e ci raggiungono.

“COME AVEVA PROMESSO” (Lc 1,55) Il magnificat di Maria: una storia al futuro
È il canto di Maria, comunemente chiamato Magnificat, che ci accompagnerà in questa giornata; sarà lei a raccontarci una storia che, a differenza di tante storie, non attinge solo ai ricordi e alla memoria del passato (c’era una volta…), ma proietta al futuro, a ciò che sarà. Una storia al futuro… una storia in cui impareremo a coniugare insieme categorie diverse tra loro: il tempo e l’eternità, la terra e il cielo. E futuro è la parola chiave che ritroveremo ad ogni passaggio.
· Il futuro nelle Scritture, visitato attraverso gli occhi, lo sguardo lungo e profondo dei profeti.
· Il futuro nelle parole e nel canto di Maria.
· Il futuro nell’esperienza di ogni uomo e donna che cammina nel tempo, ma sogna l’eternità; sente il bisogno di superare i limiti imposti dalla propria creaturalità, di trascendersi, per andare oltre ciò che è semplicemente terreno e ritrovare, nel cuore stesso di Dio, le proprie radici e le ragioni della propria speranza.

Cos’è il futuro?
Il futuro è qualcosa che ancora non ci appartiene, se non come promessa, anticipo, speranza, come sogno e desiderio. Sta davanti a noi, ma è anche tutto da costruire. Viviamo un momento storico in cui la parola futuro suscita timore, incertezza, paura, più che attesa; il futuro è spesso percepito come una minaccia a motivo della crisi, del lavoro che non c’è, delle trasformazioni che stanno interessando la società. Ci sono anche difficoltà di carattere culturale: viviamo in un tempo molto appiattito sul presente, sull’oggi, sulla fruizione immediata di ogni cosa (nulla ormai dura nel tempo, gli stessi prodotti vengono costruiti e progettati per durare pochi anni). Potremmo dire che in questo tempo di crisi, c’è un problema di crisi del tempo che ha a che fare proprio con il futuro. Occorre, allora, uscire dal torpore e recuperare lo stupore; recuperare il senso del tempo e del nostro essere nel tempo; radicati in un oggi storico, ma anche protesi verso ciò che è oltre e altro da noi. È il tempo inteso come kairos: non il susseguirsi stanco e monotono di ore e di giorni, ma il tempo come luogo della rivelazione di Dio (Il Verbo si fece carne e venne ad abitare…), della salvezza, che chiama a responsabilità, a qualità di vita, di scelte, di azioni.
Con la sua vita e le sue parole Maria orienta il nostro sguardo in avanti, in alto, apre gli orizzonti senza però staccarci dalla terra. Chi siamo, a cosa siamo chiamati, da dove veniamo, dove andiamo: sono le domande che l’uomo di tutti i tempi si porta nel cuore e alle quali possiamo trovare una risposta, perché il futuro è apertura, è immaginazione, è cammino, è lotta. E per avere un futuro – ci ricorda ancora Maria – occorre una visione sul domani, un obiettivo, una speranza. Occorre riconoscersi dentro una storia… una storia di salvezza, di amore, in cui Dio fa alleanza con l’uomo.
Ecco il percorso di questa giornata, che coniuga il futuro come promessa e stupore, come attesa, come speranza. Relazioni frontali al mattino e laboratori di approfondimento al pomeriggio su alcune tematiche che scaturiscono dal canto di Maria e fanno entrare in dialogo la parola di Dio (le sue promesse) con la storia e l’esperienza dell’uomo.

I Tappa: Promessa e stupore
È la promessa di cui si fa portavoce Isaia: “Perché sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo… Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia non ve ne accorgete?” . Nelle Scritture c’è sempre l’apertura al futuro, un’apertura che fa passare dal testo biblico alla storia, alla vita attraverso una promessa: il Signore è colui che viene, che è presente, che ricorda, che agisce, che si prende cura, che libera. I profeti, soprattutto nei tempi più bui della storia di Israele, hanno saputo immaginare un tempo futuro, il tempo messianico; hanno dato il via al ri-cominciare della storia grazie ad un messaggio di speranza: un’attesa di futuro che cambia già il presente, perché lo colma di qualcosa che avverrà… di germi di vita nuova. Occhi ricolmi di stupore e capaci di guardare oltre la superficie, oltre il presente; sguardo che va lontano verso quel futuro che abita già il cuore di Dio. “Ecco, faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43,19). Il futuro negli occhi dei profeti è il tema della I relazione offerta da Lidia Maggi, pastora della chiesa Battista.



II Tappa: Attesa e speranza
Attendere: tendere a… volgersi verso ciò che ancora non c’è, ma… verrà. Di attesa e di futuro sono cariche le parole di Maria; lei fa memoria di una promessa che deve ancora realizzarsi, che è ancora attesa: sono i tempi messianici in cui gli ultimi saranno primi, i poveri saranno saziati, i potenti destituiti. Echi di futuro che riempiono il presente e lo rendono gravido di Dio, di vita, di possibilità. In Maria, il Dio grande, il Signore della storia il Salvatore, misericordioso e fedele, che non dimentica le sue promesse e la cui memoria salvifica attraversa i secoli… ha dato risposta all'attesa di tutti coloro che confidano in Lui e lo temono “Come aveva promesso ai nostri padri” (Lc 1,55). Attesa, speranza e futuro nel canto di Maria. Guida della seconda tappa don Davide Arcangeli, biblista.



Il Cenacolo Mariano è un centro di spiritualità, situato sulle colline bolognesi, animato dalle Missionarie dell’Immacolata padre Kolbe. È una oasi di pace, dove alla scuola di Maria, maestra e modello di vita spirituale, è possibile incontrare il Signore e crescere nella fede. Un luogo in cui fare esperienza della chiesa missionaria che nasce con Maria e con Lei si trasforma in testimonianza di vita e di amore.
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