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Festival della Dignità Umana 2018

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SPERANZA DI FUTURO
Il legame tra la dignità umana e la speranza è molto forte. Non si può infatti parlare di dignità umana se non si fanno anzitutto i conti con la domanda sul senso della vita.
La speranza è la risposta esistenziale a questa domanda. Sperare è aprirsi con fiducia al futuro e sentire il bisogno di progettarlo per sé e per gli altri; è impegnarsi a costruirlo mediante le proprie scelte personali e sociali; è credere che il cambiamento è possibile e che è giusto impiegare il proprio tempo e le proprie energie per realizzarlo.

Il perseguimento di questi obiettivi è tuttavia oggi sempre più difficile. La speranza è minacciata da più parti. Il moltiplicarsi dei focolai di violenza e di guerra, la crisi ecologica, le spinte individualiste e corporative, con il venir meno di valori fondamentali quali la partecipazione, la solidarietà e la pace, sono alcuni segnali inquietanti che denunciano uno stato diffuso di malessere. Il futuro è più temuto che atteso, più fatto oggetto di paura che di speranza. A esso si guarda con sgomento, ripiegando, anche a causa del ritmo accelerato del tempo, sul presente. Senza futuro e senza speranza, tuttavia, non c’è storia. La vicenda umana, tanto nelle sue dimensioni personali quanto in quelle sociali, ha bisogno di un respiro che può venire soltanto dalla capacità di saper andare oltre l’immediato, di cogliere i segni positivi che sollecitano la fantasia e l’immaginazione e alimentano la ricerca di vie nuove di sviluppo personale e comunitario. La promozione della dignità umana non può prescindere dalla restituzione a ogni persona di una prospettiva di futuro, risuscitando la speranza laddove è venuta meno e stimolandone la crescita nei vari contesti in cui si svolge la vita quotidiana.

Il Festival si propone dunque di restituire centralità a questa attitudine esistenziale – o, per i credenti, virtù teologale – riscoprendone le ragioni e individuando gli spazi di impegno sociopolitico e di azione civile, anche in riferimento alle prospettive del destino umano a seguito dell’introduzione di tecnologie molto avanzate nel campo della robotica, dell’intelligenza artificiale, delle neuroscienze e dell’ingegneria biogenetica.

Il Festival intende raccogliere la provocazione che viene da valori apparentemente inattuali, come la gratuità e il dono, riconoscendone la fondamentale importanza per l’affermazione della dignità umana.

Programma

Paolo Scquizzato e Giannino Piana ""La tentazione e il deserto"

Salvatore Natoli - Le ragioni della speranza

Lucilla Giagnoni - Costruiamo il futuro, Pacem in Terris

Davide Maggi - Segnali di speranza nel mondo dell'economia

Luigi Zoja - La paura del diverso e una possibilità di contrastarla

Alessandra Cislaghi - La famiglia (che) non c'è. Pensare il nesso tra noi e non-noi

Francesca Rigotti - Speranza: l'ultimo dei mali?

Alessandra Cavanna - Costruiamo la speranza

Lidia Maggi - Promessa e speranza nella Bibbia

Francesco Remotti - Convivere con la natura: motivi di speranza nell'era dell'Antropocene

Roberto D'Imperio - Etica, tecnologia e profitto

Davide Maggi - In compagnia dei robot: quale speranza di lavoro nell'era digitale

Gianbattista Tshiombo - Da medico a paziente

Eugenio Borgna - La speranza nelle situazioni di sofferenza

Guido Brivio - La via senza strade della speranza. Un dialogo filosofico

Filippo Mittino e Antonio Ferrara - Ascoltare, prima di tutto

Gianni Vacchelli - Speranza e liberazione in Dante
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