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#SOUL Enzo Bianchi Ospite di Monica Mondo

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Enzo Bianchi, piemontese, dagli studi di Economia alla scelta monacale, nella comunità di fratelli e sorelle da lui fondata a Bose, sulla serra d’Ivrea. Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità tra i cristiani, teologo, scrittore, editorialista, amico. Questa volta a Soul incontrato su un tema monografico, prendendo spunto dal suo ultimo libro, pubblicato da Einaudi: Gesù e le donne.
La straniera, cioè la Samaritana, la vedova di Nain, la peccatrice, che non è Maria di Magdala, come la tradizione e la leggenda diffondono, ma la donna che ha amato Gesù come sapeva, con quel che lei era, con la sua fisicità, coi baci e l’unzione dei piedi: e Gesù ha capito e esaltato il suo amore. Marta e Maria, erroneamente identificate come simboli di vita attiva e contemplativa, che sono due donne vere, che amavano Gesù in modo diverso, e Maria è stata prediletta non perché mistica, ma per il coraggio di sedersi ai piedi di Gesù, di farsi discepola, lei donna, come i discepoli uomini. Le apostole del Risorto: donne, solo donne sotto la croce. Come Maria di Magdala, che si è sentita chiamare per nome e ha creduto, lei per prima, lei che andrebbe nominata nel Credo, Simbolo degli apostoli, perché ne era parte. E naturalmente le donne nella Chiesa, discepole ed evangelizzatrici, troppo a lungo e ancora trascurate o relegate a ruoli di cura sottostimati…perché la Chiesa, nonostante le donne ne costituiscano più della metà, resta sempre anche nella sua rappresentazione visiva una chiesa di uomini, e spesso anziani…Padre Bianchi racconta Maria, che unisce in sé tutte le virtù del credente, fede, speranza, obbedienza fin sotto la croce: Maria che non prega, perché è lei stessa preghiera, Maria che non è silenziosa perché remissiva, ma perché collega tutti gli avvenimenti della scrittura che sapientemente meditava con la nascita del Figlio di Dio. Enzo Bianchi racconta soprattutto lo sguardo di Gesù sulle donne amiche e sorelle, la verginità come atto supremo di amore, una posizione divina così scandalosa e rivoluzionaria, non solo per quel tempo, ma per tutti i tempi, fino ad oggi.



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