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Cecilia Falchini Abitare come fratelli insieme

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Se per il cristiano l’unica e determinante regola è il vangelo, e ad esso tutto va sottoposto a esame, critica, giudizio e purificazione, affinché la carità fra i cristiani possa essere pura e non ipocrita (cf. Prima Lettera di Pietro 1,22), è però anche vero che il tentativo di vivere il vangelo richiede anche degli strumenti umani, strumenti che, pur restando tali, senza mai assumere il valore di fine, siano un aiuto per mettere in pratica, per rendere più concretamente vivibile l’annuncio evangelico della salvezza in Gesù Cristo nella vita quotidiana attraverso l’amore fraterno.
E’ così che alcuni cristiani, che hanno percepito per loro il dono della chiamata a vivere insieme, in una vita comune, l’unica sequela del Signore Gesù nel celibato per il regno di Dio, si sono dati degli strumenti, dei testi, delle indicazioni che li aiutassero a vivere la vita comunitaria nella condivisione dei beni, nell’essere un cuore solo e un anima sola (cf. Atti degli Apostoli 4,32), per vivere insieme e morire insieme (cf. Seconda Lettera ai Corinti 7,3). Nascono così le regole monastiche, che presentiamo in questo volume Abitare come fratelli insieme. Regole monastiche d’occidente. Introduzione di Enzo Bianchi, traduzione e note di Cecilia Falchini, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose 2016. Esso raccoglie tutte le regole monastiche d’occidente maschili (quelle femminili sono state tradotte da un’altra monaca di Bose, Lisa Cremaschi, per la casa editrice Einaudi) e cenobitiche, vale a dire che siano indirizzate a dei monaci che intendano vivere una vita comune, e non una vita eremitica o da reclusi (per questo ad esempio non sono state inserite la regola di Grandmont e quella di Grimlaico), né semi-eremitica (per tale motivo non sono state incluse le Consuetudini di Guigo I certosino). E’ stata esclusa anche la regola di Eugippio, in quanto semplice riproduzione di testi precedenti. Il periodo che viene considerato è quello della nascita delle regole monastiche in occidente (IV secolo), fino a quando, con il concilio Lateranense IV del 1215, venne proibita la creazione di ogni nuova regola monastica. Di fatto a tale decisione riuscirono a sopravvivere, in quanto potevano appellarsi o a una precedente approvazione orale, o a una prima stesura già approvata, anche la Regola di Francesco e quella del Carmelo, ed è, così, con tali regole che la presente raccolta si conclude. Il nostro desiderio nel presentare questi testi è di aiutare il lettore a cogliere le aspirazioni profonde di una vita di carità e di condivisione. Tutto, infatti, ogni norma, ogni azione, ogni modifica di ciò che pur è stato stabilito, deve essere fatto, come dice la Regola di Benedetto, “in vista della correzione dei vizi e del mantenimento della carità” (Prologo 47), perché solo l’amore – ed è questo l’augurio che facciamo al lettore – possa regnare nelle umanissime vite di ciascuno di noi.

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